mercoledì 22 febbraio 2012

Gianmarco Tognazzi: il teatro, la Bassa e mio padre


Gianmarco Tognazzi
Si può nascere e crescere in un luogo con la propria famiglia, per poi scoprire che, anche a centinaia di chilometri di distanza, ci si sente a casa perché un pezzo delle proprie radici affonda lì. È il caso di Gianmarco Tognazzi, andato in scena martedì al teatro Ariston di Mantova con Un nemico del popolo, dramma di fine ‘800 di Henrik Ibsen. 
L'ho intervistato prima dello spettacolo e ha parlato volentieri dello spettacolo, del suo lavoro (soprattutto di Il bene e il male, un bell'episodio della sua carriera anche se non troppo fortunato quanto a programmazione), ma non nasconde il proprio attaccamento alla Bassa mantovana, tanto familiare al padre, in veste di uomo, attore e gastronomo.


sabato 18 febbraio 2012

Tagli e ritagli: la censura in musica (alla radio e in un libro)


In studio a KRock
Ieri ho vissuto un'esperienza davvero stimolante: per la prima volta mi è stata data la possibilità di intervenire all'interno di un programma radiofonico e non da casa, seduto davanti al computer – come già varie volte ho potuto fare collaborando con Francesca Ragno di Radio Libera Tutti, per il suo programma «Cultura e divertimento» – ma davanti a un vero microfono in uno studio di trasmissione. Sono stato infatti ospite del programma di Lorenzo Immovilli a KRock Radio Station, emittente di Scandiano (RE), affrontando il tema della censura nella musica leggera italiana. Ho passato un'ora decisamente piacevole, cercando di raccontare (almeno parzialmente) una pagina che a pieno diritto rientra nella storia contemporanea italiana: il controllo sui testi delle canzoni trasmesse dalla radio e, in qualche caso, persino sui loro interpreti ha caratterizzato il nostro Paese per un lungo periodo, rispecchiandone e talvolta condizionandone i costumi.

Maurizio Targa e il suo libro
Quel fenomeno ha colpito moltissimi artisti e, indirettamente, milioni di ascoltatori. Averne la prova è facile: iniziate a suonare tra amici, per dire, Questo piccolo grande amore di Claudio Baglioni. Il tempo di qualche verso e il coretto si spaccherà, almeno per un attimo: qualcuno canterà «la paura e la voglia di essere nudi», mentre altri proporranno un morigerato «soli». Era il 1972 e il censore mise all’indice una delle canzoni romantiche per eccellenza, considerando troppo ardito il riferimento alla nudità e alle «mani sempre più ansiose di cose proibite».
Episodi come questo si contano a decine e finalmente arriva una pubblicazione che ne raccoglie gran parte: si tratta di L’importante è proibire, edita da Stampa Alternativa e scritta da Maurizio Targa. L’autore è giornalista per varie testate e si occupa da tempo di musica: è il maggior autore di monografie (dalla musica napoletana alle “canzoni migranti”, fino ai legami tra musica leggera e calcio) del sito Hit Parade Italia: la “puntata” sulla censura, costituisce la base da cui è nato il suo libro, che si avvale della prefazione di Michele Bovi, capostruttura di Raiuno che, quando era giornalista al Tg2, ha scelto Targa come consulente per la trasmissione Canzoni proibite.

mercoledì 15 febbraio 2012

Ivano Fossati: lo splendore in un addio


Gli addii non sono fatti per essere felici, anche quando sono lunghi abbastanza per cercare di accontentare tutti: dev'essere per questo che si cerca di renderli speciali, per permettere a chi c’era di averne un ricordo bello. Ivano Fossati da novembre sta facendo questo: gira l'Italia per l'ultima volta, con il tour che segue il suo ultimo album Decadancing. In questa avventura lo seguono musicisti straordinari e alle 35 tappe inizialmente previste via via se ne sono aggiunte altre, permettendo a tanti di essere presenti a questo "lungo addio": per fortuna la tournée è passata anche da Modena, al teatro comunale. Vale davvero la pena ripercorrere insieme una serata intensa, lunga oltre due ore e mezza, in cui le emozioni e la musica si fondono e si fanno ricordare.

lunedì 13 febbraio 2012

Neri Marcorè: il Signor G, Pasolini e il respiro della satira

PIER PAOLO Pasolini e Giorgio Gaber, due figure di valore nell’Italia pensante dell’ultimo mezzo secolo, sono al centro dello spettacolo Eretici e corsari, che Neri Marcorè e Claudio Gioè stanno portando in scena, con il supporto musicale impagabile del GNU Quartet. Ho incontrato Neri a Modena e lui è stato così gentile da concedermi una lunga intervista: abbiamo parlato di Gaber, del pensiero e della satira, in modo serissimo, anche se lui ha scherzato e storpiato la mia voce emiliana fino a un attimo prima di accendere il registratore.

domenica 12 febbraio 2012

Tiggì spazzaneve


L'Italia, a detta di molti, è il paese dei 50 milioni di Commissari tecnici a ogni partita della Nazionale (i 10 milioni che mancano sono neonati oppure odiano anche solo la forma del pallone): non sappiamo resistere alla tentazione di pensare agli inevitabili benefici che apporterebbe alla squadra la nostra nomina ad allenatori e di annunciarli a quante più persone possibili – le quali, di solito, non li vogliono sapere, magari perché troppo impegnate a immaginare i loro, i benefici.
A pensarci bene, nemmeno io ho mai diretto un giornale (salvo quello scolastico, ma suppongo non faccia testo) e men che meno un telegiornale, quindi buon senso vorrebbe che io me ne stessi zitto, per non ingrossare le file già traboccanti di allenatori/direttori/presidenti ipotetici. Eppure, a guardare i telegiornali di questi giorni, la tentazione è troppo forte, come giornalista e come cittadino.
La neve di questi giorni ha creato disagi ed emergenze un po’ dappertutto, quando era troppa o quando era del tutto inattesa – e i cittadini erano impreparati, come a Roma – ma dedicare un quarto d’ora (in pratica mezzo tiggì) alle nevicate non ha davvero senso. Non sono ancora riuscito a capire quale strano ascendente abbia il maltempo sui giornalisti, tanto da far dire al capo di turno «Parliamone tanto, così ci comprano / ci guardano», fatto sta che ci cascano sempre tutti.
Il problema è che gli spazi di giornali e notiziari non si possono allargare più di tanto, per cui più si parla di neve e meno tempo o pagine restano per le altre notizie: parlare dei danni e dei disagi subiti da tanti è sacrosanto, ma due pezzi possono bastare, tre cominciano a essere tanti. A prescindere dalla neve, le cose continuano a succedere: la politica non va in ferie, l’economia neppure e all’estero possono capitare cose più interessanti della lite Alemanno-Gabrielli sull’emergenza neve a Roma. Non parlarne è un peccato e, magari, qualcuno può pure approfittarne per non far sapere qualcosa di scomodo e che invece dovrebbe essere divulgato.
Se domani nevicherà di nuovo (spero di no), sogno un tiggì il cui conduttore, lanciati i primi due servizi, dica: «Bene, ora passiamo alle altre notizie, che sono ancora tante». Poi spero di battere le palpebre e rendermi conto che non stavo sognando.

sabato 11 febbraio 2012

Legenda


La poetessa americana Gertrude Stein aveva le idee chiare: «When you get there, there isn't any there there» (Quando arrivi là, là non c’è nessun “là”). Anch’io probabilmente faccio parte, come direbbe Beppe Severgnini, degli «Italiani con valigia» (se non altro perché ho passato quasi un intero anno a visitare due volte a settimana i discutibili vagoni di Trenitalia, facendo la spola tra Reggio Emilia e Roma), ma mi rendo conto che certe volte la valigia o la valigetta ha poco senso prepararla. Perché il luogo da raggiungere non vale la pena o perché, più semplicemente, per conoscere e imparare di solito non è necessario muoversi più di tanto. Anche se, in fondo, avere qualcosa di diverso da quello che si ha è un’aspirazione che accomuna quasi tutti.
Questo non sarà un luogo per diari di viaggio (e non è solo questione di pigrizia): sarà un’occasione per parlare di ciò con cui mi capita di venire a contatto, per lavoro, per interesse o semplice curiosità. Nessuna gabbia, nessun limite precostituito: gli occhi vanno tenuti aperti, sempre. Siano racconti ascoltati, pagine lette, ricordi riemersi o fatti incontrati, possono meritare tutti di essere condivisi. Per qualcuno saranno diamanti, per qualcun altro carbone; in ogni caso, sapranno più di cuore che di testa. Carta e bussola alla mano, è tempo di guardarsi intorno: buona lettura.

Gabriele Maestri