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La copertina del libro |
Pensi a una pubblicità ben fatta, ma di quelle un po'
strane, in cui non c'è un prodotto da propagandare, ma un atteggiamento da
valorizzare o un comportamento da evitare perché è cattivo. Pensi a questo e ti
vengono in mente subito due parole è un logo: «Pubblicità Progresso», con la
sua «P» racchiusa in un ovale, un po’ come quegli adesivi che un tempo si
attaccavano alle auto per indicare la nazionalità e passare tranquillamente la
frontiera. Da un certo punto di vista è andata proprio così: è stata Pubblicità
Progresso a creare in Italia, 41 anni fa, un modo del tutto nuovo di fare
promozione, utilizzando gli strumenti della comunicazione a fini sociali e
acquisendo nel tempo i tratti di un fenomeno pressoché unico e ben
riconoscibile nel mondo della pubblicità.
A raccontare quella storia, decisamente particolare e in
gran parte sconosciuta, provvede oggi un libro, edito da Rai Eri, intitolato
semplicemente Pubblicità Progresso. La
comunicazione sociale in Italia. Si tratta di una narrazione a più voci
(compresa quella del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha
firmato la prefazione), fatta di ricordi, analisi, dati e diverse immagini,
elementi che tutti insieme permettono di costruire l'immagine completa di una
presenza fondamentale del mondo della comunicazione, anche se non abbastanza
conosciuta dal grande pubblico: a
parte gli addetti ai lavori, tuttavia, pochi sanno cosa sia effettivamente
quella realtà e come operi.