sabato 11 febbraio 2012

Legenda


La poetessa americana Gertrude Stein aveva le idee chiare: «When you get there, there isn't any there there» (Quando arrivi là, là non c’è nessun “là”). Anch’io probabilmente faccio parte, come direbbe Beppe Severgnini, degli «Italiani con valigia» (se non altro perché ho passato quasi un intero anno a visitare due volte a settimana i discutibili vagoni di Trenitalia, facendo la spola tra Reggio Emilia e Roma), ma mi rendo conto che certe volte la valigia o la valigetta ha poco senso prepararla. Perché il luogo da raggiungere non vale la pena o perché, più semplicemente, per conoscere e imparare di solito non è necessario muoversi più di tanto. Anche se, in fondo, avere qualcosa di diverso da quello che si ha è un’aspirazione che accomuna quasi tutti.
Questo non sarà un luogo per diari di viaggio (e non è solo questione di pigrizia): sarà un’occasione per parlare di ciò con cui mi capita di venire a contatto, per lavoro, per interesse o semplice curiosità. Nessuna gabbia, nessun limite precostituito: gli occhi vanno tenuti aperti, sempre. Siano racconti ascoltati, pagine lette, ricordi riemersi o fatti incontrati, possono meritare tutti di essere condivisi. Per qualcuno saranno diamanti, per qualcun altro carbone; in ogni caso, sapranno più di cuore che di testa. Carta e bussola alla mano, è tempo di guardarsi intorno: buona lettura.

Gabriele Maestri

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